Home > Voci dall'Africa > Dal Centrafrica > MISSIONE ONU: CIVILI ESPOSTI A VIOLENZE ABERRANTI NEL NORD (fonte MISNA)
Esecuzioni sommarie, attacchi mirati contro gruppi etnici, incendi parziali o totali di villaggi :
è la realtà in cui vivono i civili di tre prefetture settentrionali e nordorientali della Repubblica Centrafricana, al confine con Ciad e Sudan, secondo le testimonianze raccolte da una missione delle Nazioni Unite, appena rientrata dalla regione.Le violenze contro i civili hanno portato allo spostamento forzato di almeno 40.000 persone in una zona dove risiedono oltre 200.000 abitanti; per paura di rappresaglie legate al conflitto in corso tra le forze di sicurezza governative e la ribellione armata l’intera popolazione di alcuni centri ha lasciato l’area. “La sofferenza causata da queste gravissime violazioni dei diritti umani è spaventosa.
Nonostante il diritto assoluto di protezione in tempo di guerra sancito dalle leggi internazionali, i civili vengono attaccati e perseguiti” ha detto Margaret Wahlström, coordinatrice delle operazioni di emergenza dell’Onu. Secondo l’Humanitarian community partnership Team (Hcpt) in totale un milione di persone, pari a un quarto dell’intera popolazione centrafricana, è colpito dall’emergenza.
In diverse zone del paese, il numero di sfollati interni (Idps) si è addirittura triplicato nel 2006: sono attualmente 220.000, cifra che include anche 20.000 rifugiati in Camerun e 50.000 in Ciad.

Decenni di conflitti armati e instabilità politica hanno frenato lo sviluppo del paese che è al settimo posto nella lista delle nazioni più povere al mondo, priva delle infrastrutture e dei servizi sociali di base, come sanità e istruzione, praticamente inesistenti o abbandonate da un ventennio al totale degrado, al di fuori della capitale Bangui. L’Onu sta studiando l’invio di una missione di peace-keeping nel nord e nell’est del confinante Ciad.