Cari amici di Jiango Be Africa, in occasione delle feste natalizie vogliamo porgervi gli auguri da parte di tutta la nostra associazione e da parte di P. Beniamino Gusmeroli che sosteniamo attraverso i nostri progetti e il vostro prezioso aiuto. Ecco un suo scritto:
“Anche quest’anno è già Natale. Per noi qui nella missione di Bouar e per la popolazione sarà vissuto in clima di tensione e paura. Da marzo scorso tutto è cambiato; se non eravamo in una situazione tranquilla prima, ora siamo in clima di guerra. Le truppe di mercenari i “ Seleka”, sudanesi e ciadiane con alla testa Michel Djotodja dopo aver preso il governo hanno invaso il paese, passando da 2.500 unità a 20.000, disperdendosi su tutto il territorio e dettando legge. Sul loro passaggio hanno bruciato un gran numero di villaggi uccidendo un gran numero di persone non appartenenti alle etnie musulmane. Come risposta i giovani dei villaggi, denominatasi “ Anti-balaka” si sono organizzati, con la complicità di molta parte dell’esercito nazionale.Le loro armi, dei fucili di fabbricazione artigianale e dei macete. Esasperati anch’essi si danno alla vendetta, con il metodo della guerriglia: assalta e scappa. Purtroppo non si limitano ad affrontare i seleka ma se la prendono con la popolazione musulmana. Dopo ogni colpo degli anti-balaka arrivano i seleka e bruciano le case e uccidono.
Si è creata così una catena interminabile di vendette e contro vendette. Di positivo c’è che nessuno dei giovani che frequentano le chiese si è arruolato tra gli anti-balaka, quindi attenzione a identificare anti-balaka e cristiani. Il conflitto è politico, almeno da parte della popolazione. Guardando le notizie che si passano nei media in questo periodo si tende a dare tutta la responsabilità agli anti-balaka. I giornalisti giunti recentemente a Bangui trasmettono gli avvenimenti ultimi, senza tenere conto di tutto il processo di degenerazione della situazione. Qui a Bouar le voci di possibili attacchi si rincorrono, ma fin ora nulla di grave. Si attende anche l’arrivo della forza multinazionale “Misca” (ONU) per sedare la situazione ma fin ora nulla. In questo clima ci stiamo preparando al Natale, l’incertezza e la paura sono leggibili sul volto di tutti. Anche la messa della notte siamo costretti a farla alle 15 di pomeriggio per ragioni di sicurezza. Un mezzo Natale o un Natale particolare? Nel contrasto si vedono le cose nella loro nitidezza. Nelle tenebre si vede meglio la luce. Dal fondo della nostra povertà e debolezza si comprende la grandezza dell’Amore di Dio. Dal profondo del nostro male vediamo che Dio è altro e ci invita, nel suo venire tra noi, ad essere diversi, a non farci prendere dai vortici della violenza, della vendetta. Ci chiede di ammirarlo e contemplarlo nella sua fragilità che si dona e che ci porta nuove aperture di vita di pace e di perdono. Anche qui c’è chi ci crede, chi ci si aggrappa, chi spera, chi prega. Il dono di sé di Dio che ci fa, porti pace e riconciliazione. Ci mettiamo in ginocchio davanti alla sua umiltà, al suo farsi uno di noi per amarci e cambiarci il cuore. BUON NATALE P. Beniamino”.
Grazie alla presenza coraggiosa di P. Beniamino i progetti sostenuti fino a questo momento da Jiango Be Africa, continuano, sebbene a volte rallentati dagli episodi di violenza. Il nostro impegno è quello di andare avanti facendo così sentire il nostro sostegno alla popolazione centrafricana. Il modo migliore per reagire a quanto accade è quello di pensare al futuro, credere che ci sia un futuro. La scuola di Zegontà è aperta per i bambini, il magazzino agricolo anche, i bambini orfani ricevono gli aiuti che occorrono loro, la costruzione dei pozzi procede. Se da una parte la guerra rallenta, dall’altra aumenta la nostra voglia di rendere concreti e visibili i messaggi di pace e fratellanza che il Natale ci ricorda. Grazie a voi che continuate a sostenerci e permettete ai centrafricani di pensare ad un futuro. I nostri migliori auguri di buone feste.